E adesso come lo diciamo a nostro figlio?

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E adesso come lo diciamo a nostro figlio?

La scelta di separarsi si configura sempre come molto dolorosa sia per i genitori che per i figli. Si tratta in ogni caso di una decisione molto sofferta , maturata nel tempo, in un contesto che viene segnato da gravi incomprensioni, conflitti e sofferenza profonda. Cosa ancor più grave è che i bambini hanno inevitabilmente respirato un’area tesa, magari non hanno compreso completamente cosa stava succedendo, oppure hanno cercato di non ascoltare mostrandosi disinteressati, ma sono comunque stati partecipi di un clima affettivo pesante e destabilizzante. Nonostante il fatto che genitori tentino in qualunque modo di tutelare i loro figli dalla sofferenza non è possibile non coinvolgerli sia dal punto emotivo che organizzativo in quella che sarà decisione separativa. La modalità con cui si comunica la decisione di separarsi ai figli riveste un’importanza fondamentale: si tratta di un evento cruciale che porta verso un cambiamento importante tutte le persone in esso coinvolte. Come scrive Massimo Silvano Galli, quando i genitori comunicano la loro decisione di dividersi vanno incontro ad una scelta che diventa incontrovertibile e soltanto nel momento in cui la separazione viene comunicata ai figli assume la connotazione di “vera per davvero”.

Molti genitori sono molto spaventati e arrivano impreparati rispetto al modo in cui comunicare ai figli la loro decisione di separarsi. Hanno difficoltà a comunicare le motivazioni della loro scelta e a parlare dei cambiamenti che questa comporterà . Immaginano, giustamente, che i bambini reagiranno con rabbia, tristezza e angoscia e tutto questo non è compatibile con il loro desiderio di proteggere i propri figli dalla sofferenza. Purtroppo tutto questo è inevitabile ed è fondamentale che i bambini possano sperimentare e vivere tutte le varie tappe della sofferenza, allo scopo di arrivare ad una piena elaborazione della separazione dei propri genitori . Dobbiamo permettere ai figli di soffrire, anche se questo è molto doloroso, purtroppo soltanto passando attraverso la sofferenza si può superare il dolore legato alla perdita e alla separazione, proprio come per rivedere finalmente la luce è necessario attraversare tutto il tunnel, nonostante la paura del buio.
Comunicare ai figli la decisione di separarsi è dunque il primo compito che i genitori debbono affrontare insieme nella veste di “coppia genitoriale” oramai scissa da quella che era stata la “coppia coniugale”. La fine del patto coniugale non deve coincidere con la rottura definitiva del legame. Il ruolo degli adulti è quello di continuare nel tempo ad accompagnare i figli attraverso il percorso di crescita personale, rassicurandoli in primis sul grande cambiamento che la separazione comporterà, sottolineando che saranno entrambi sempre presenti nella loro vita e che non sarà mai messo in discussione l’amore che provano per loro. Quello che conta veramente per i bambini non è comprendere perché i genitori si sono lasciati ( che rischierebbe di trasformarsi in una ricerca del capro espiartorio) ma sentire e sperimentare concretamente il loro amore e la loro protezione , sentendosi rassicurati sul fatto di non rimanere soli. Per questo è fondamentale che i genitori evitino accuratamente di colpevolizzarsi l’un l’altro davanti ai figli, oppure di mettere al corrente il figlio (pur se questo corrisponde a verità) di un eventuale scelta unilaterale (es. “papà ci ha abbandonato perché preferisce farsi un’altra famiglia con la nuova compagna) o ancor più grave , chiedere al bambino di schierarsi da una parte contro l’altro genitore che “abbandona”.

E’ comunque necessario che i genitori trovino il modo e il tempo per parlare ai loro figli di quello che sta accadendo, prima del momento in cui non è più possibile evitarlo (ad es. quando un genitore è già uscito di casa). Non dire ai figli la verità, inventando la scusa che per es. il papà deve lavorare in un’altra città e starà via per un po’ di tempo, alimenterà i dubbi del bambino, che si rende comunque conto che la situazione è cambiata e che i genitori sono diversi, arrabbiati, tristi. Questo li rende confusi e potrebbe successivamente far perdere la fiducia negli adulti, nel momento in cui sperimentano la sensazione di essere stati “traditi” in quanto lasciati all’oscuro di quello che stava accadendo.
Negare o nascondere la verità non protegge affatto i figli: è necessario fornire loro delle spiegazioni che siano comprensibili rispetto alla fascia d’età e alle caratteristiche individuali del bambino stesso, offrendo la possibilità di fare domande e esprimere sentimenti contrastanti, per poter essere rassicurato sul cosa accadrà da quel momento in poi.

Come dimostra la letteratura in merito, non è l’evento separativo in sé a determinare necessariamente disagi nei figli, quanto l’insieme degli aspetti relativi all’organizzazione, ai vissuti emotivi e alla qualità delle relazioni che ruotano intorno ad esso e che possono configurarsi come fattori positivi e di supporto, oppure come fattori di rischio, in base alle dinamiche interne ed esterne alla famiglia che vengono a crearsi.
Di seguito riportiamo alcuni consigli pratici per i genitori su come affrontare con i figli il tema della separazione:

1) La decisione andrebbe comunicata insieme, dopo aver costruito una versione condivisa, per rassicurare il bambino che entrambi i genitori sono presenti e disponibili a parlarne. Si può stabilire che sia un solo genitore a parlare, ma è fondamentale la presenza dell’altro: si tratta di un primo grande passo nei confronti di una reale bigenitorialità.
2) Cosa dire: è necessario adattare le parole all’età del bambino ed è importante ribadire che, nonostante questa decisione, l’amore della mamma del papà ci sarà sempre e che entrambi saranno costantemente presenti nella sua vita . E’ necessario sottolineare che i continui litigi tra genitori cesseranno e che entrambi si impegneranno ad essere più sereni sia tra di loro che nei confronti dei figli ( ovviamente l’impegno deve essere reale!) migliorando qualitativamente la vita di tutto il nucleo familiare.
3) Sarebbe auspicabile comunicare anche gli aspetti logistici e organizzativi legati al cambiamento con le dovute rassicurazioni, mettendo in luce soprattutto gli aspetti positivi (avere due case, due gruppi di amici, poter passare del tempo da solo con ciascun genitore all’insegna del divertimento ecc.) .
4) Parlare con i propri figli significa soprattutto ascoltare e rispondere a quelle che sono le loro domande, permettendogli di esprimere la sofferenza e aiutandoli a capire di non avere responsabilità in merito a quello che sta accadendo. Allo stesso modo non dovrebbero mai essere alimentate false speranze ( “mamma e papà staranno lontani solo per un po’ di tempo, ma poi torneranno insieme”) in quanto questo potrebbe far credere al bambino di avere una “missione di ricongiungimento” da portare a termine, rendendolo indirettamente responsabile di un eventuale fallimento.
5) Quando dirlo: andrebbe comunicato quando la decisione è stata presa, preparando il figlio al cambiamento che sta per verificarsi, lasciando un margine di tempo congruo tra la comunicazione e il momento in cui un genitore lascia la casa coniugale. Bisogna evitare di affrontare il discorso in concomitanza con altri avvenimenti cruciali, come la presentazione di nuovi compagni, l’annuncio dell’arrivo di un fratellino, durante la fase di inserimento a scuola ecc.) . Abituarsi al cambiamento non è semplice, affrontiamo le varie tappe con la giusta gradualità.
6) Dove dirlo: altrettanto importante è il luogo dove affrontare un argomento così delicato, che probabilmente resterà impresso nella mente die vostri figli per sempre. È preferibile che sia un ambiente familiare al bambino, all’interno del quale si possa avere a disposizione tutto il tempo necessario, per rispondere alle domande o per gestire eventuali reazioni. La cameretta del bambino, dove sono presenti i suoi giocattoli, oppure i divano dove si sta tutti insieme, potrebbero essere luoghi consoni. Evitare assolutamente di interrompere il bambino mentre sta vedendo i suoi cartoni animati preferiti, inoltre bisogna tener presente che dopo tale comunicazione potrebbe aver bisogno di giocare un po’ tutti insieme, a dimostrazione che “è ancora possibile”, oppure potrebbe avanzare delle richieste di coccole rassicuranti che si deve avere il tempo di soddisfare. Al contrario, potrebbe avere bisogno di rimanere solo, di giocare e prendersi il tempo necessario per metabolizzare la notizia, facendo emergere domande che successivamente porrà ai genitori. Nei giorni successivi alla comunicazione i genitori dovranno rendersi disponibili insieme e singolarmente a rispondere ai dubbi che il figlio potrebbe sottoporre loro.
7) Se sono presenti più figli è consigliabile parlare insieme, in quanto condividere una tale esperienza tra fratelli, rappresenta per loro una grande risorsa. Successivamente si può parlare con loro singolarmente, adattando il livello del discorso alle specifiche età.

Comunicare insieme ai figli la separazione rappresenta il punto di inizio verso una consapevole bigenitorialità, mettendo le basi per un’ auspicabile dialogo comune ,nel primario interesse dei figli, che permetterà al bambino di poter contare su entrambi i genitori.

Dott.ssa Marina D’Angeli
Psicologa, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta

 

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